Salvini e l’estrema destra sono un pericolo per la democrazia italiana. Anche se il disastro è quasi certo qualunque alternativa va cercata disperatamente.
Di Maio è, oltre ogni ragionevole dubbio, un dilettante. E’ persona priva di passioni, interessato prevalentemente alla poltrona da presidente del Consiglio, incapace di capire come conservatori e progressisti siano profondamente differenti tra loro. Però il ‘capo politico’ del M5S è solo un prodotto, l’ultimo anello di una catena da film degli orrori.
Il Movimento 5 Stelle è stato fondato da un ex comico neppure particolarmente colto, Beppe Grillo, e da un perito informatico, GIanroberto Casaleggio, un ex programmatore di scarso successo e desideroso di fare il guru.
Il comico estroverso e chiacchierone ed il cybernetico egocentrico sono partiti pensando al posto che conoscevano meglio, il ‘bar dello sport’. I due furbetti sapevano bene che quello era il luogo preferito dagli italiani, grandi amanti delle discussioni senza costrutto. In un mondo nel quale in tanti si sentono commissari tecnici della nazionale o astronauti l’unico modo per catturare l’interesse dall’auditorio è gridare più forte. E voilà, in un battibaleno si è arrivati alla strategia del ‘Vaffa’, al trionfo dell’invettiva come strumento di rivoluzione, alla violenza delle parole contro il vuoto della ragione, alle chiacchiere a raffica contro la concretezza dell’intelligenza.
Falangi di insoddisfatti, di solitari, di spaesati cronici, di aspiranti a qualsiasi cosa pur di svoltare hanno subito amato il nuovo pifferaio urlante ed il guru de noiartri ed inforcate le tastiere hanno cominciato a diffondere il ‘nuovo’ verbo in rete. Casaleggio, forse per esperienza personale, aveva scoperto che il desiderio di vincere la solitudine da monitor può indurre molti al bisogno spasmodico di sentirsi in qualche modo parte di una comunità. Ed anche nel ‘reale’ i meetup grillini si sono riempiti, sono diventati una edizione moderna dell’Esercito della salvezza, nei quali gli invasati si trovavano tra loro per portare la verità ai miscredenti e cacciavano via senza pietà chiunque mostrasse anche il dubbio più lieve.
L’avvento del sistema maggioritario, la scomparsa della politica e dei partiti e la nascita delle crociate degli uni contro gli altri agli ordini di condottieri senz’anima, come Berlusconi o Prodi giusto per citarne due, ha lasciato spazio a volontà per costruire una ulteriore armata Brancaleone.
Da questo vengono fuori Di Maio, Fico, Di Battista, Ruocco, Lombardi, Crimi… e pensare siano altro è come cercare di parlare con un cavolo.
Sull’altro fronte, a sinistra, la brigata degli incapaci non era più in grado di produrre nulla. Da personaggi come Veltroni, Bersani, D’Alema, Fassino, Chiamaprino ed altri c’era poco da aspettarsi. E la fusione ‘a freddo’ con gli ex democristiani falliti, da Franceschini a Fioroni, da Gentiloni a Letta, da Bindi a Prodi ha definitivamente liquidato una storia centenaria.
Quando è arrivato Renzi, un ex concorrente della Ruota della Fortuna, è partito il conto alla rovescia per il Partito democratico. Durante la ‘mission’ il bulletto fiorentino ha lanciato una piccola milizia personale composta di nani e ballerine, affidandole il compito di facilitare l’operazione di distruzione. Gli esiti sono sotto gli occhi di tutti.
La storia della destra è nota ed è inutile ricordarla. Il milionario Berlusconi, i suoi luogotenenti tutti liquidati (Fini, Casini, Bossi, Alfano…), la passione per le giovani ragazze. E poi la riscossa dei post fascisti, dei razzisti, degli xenofobi. Infine l’arrivo di un altro miracolato sulla via per Compostela, il guidatore di ruspe, Matteo Salvini.
Se ci si ferma un secondo a riflettere è uno scenario da incubo. Gente da paura alla guida di uno dei Paesi più importanti del pianeta: Di Maio, Renzi, Salvini, Meloni, Berlusconi… Come affidare la gestione di un manicomio ai pazienti.
Ora siamo all’epilogo, vicini allo scambio che porta al binario morto. I cittadini, rincitrulliti da trent’anni di Striscia la Notizia, Amici, tronisti, isole di finti famosi e giornalisti lottizzati ascoltano sono chi grida di più, anche se quello che si dice è del tutto privo di senso logico.
Adesso c’è da decidere se ritrovarsi a Palazzo Chigi Salvini con Di Maio o Di Maio con quelli del Pd. E’ vero che non c’è limite al peggio, è vero che Minniti e l’Uomo della ruspa non sono molto diversi tra loro, è vero che Di Maio è inutile quanto Emanuele Fiano e che l’ottusità di Roberta Lombardi non si distingue da quella di Maria Elena Boschi, ma…
Tra un governo Di Maio-Salvini ed un altro Di Maio-Pd (con Renzi messo alla porta) non c’è scelta. La seconda ipotesi è l’unica praticabile. Anche se Il bullo fiorentino non è d’accordo e l’autista padano di Caterpillar ancora prova disperatamente a rimanere in pista.
Come andrà a finire è quasi certo, con un nulla di fatto. La milizia personale di Renzi ha armi affilate e non intende mollare. Il binario morto comincia ad apparire all’orizzonte.
Tuttavia, una considerazione si può fare: se siamo arrivati a questo punto la responsabilità è dei cittadini. Chi ha votato per gentaglia senza qualità?