Il vuoto di idee e di prospettive che devasta l’Italia è eguale in gran parte del nostro pianeta. L’orizzonte è davvero minaccioso.
Oggi gli inglesi, non il Regno Unito, cominciano la procedura di uscita dall’Unione Europea. Gli inglesi, non tutti gli abitanti della Britannia. Come molti ‘non’ sanno quel Paese è uno stato unitario guidato da una casa regnante, i Windsor (in realtà duchi di Sassonia-Coburgo-Gotha, ovvero di origine tedesca), composto da quattro nazioni tra loro molto diverse: gli inglesi, appunto, i gallesi, gli scozzesi e gli irlandesi del Nord.
La Scozia, con una forte identità nazionale, non intende lasciare l’Europa ed ha deciso di indire un secondo referendum per dichiarare la propria indipendenza. Non pochi irlandesi del Nord, anch’essi europeisti, dopo la violenza terribile della guerra civile e contro gli inglesi degli anni ’70-’90, pensano di nuovo all’annessione alla madre patria Irlanda. Insomma, la Brexit rischia di frantumare il Regno Unito molto più di quanto appaia nei commenti degli analisti.
La Casa Bianca, dopo l’elezione di Trump, è in un vero e proprio delirio politico. La più grande potenza militare del pianeta, gli Usa, -in economia i cinesi forse hanno rubato il primo posto- ha un vero e proprio idiota nella stanza dei bottoni.
Donald Trump non ha un progetto strategico per il proprio Paese, ma piuttosto promuove un programma demagogico dai tratti demenziali. Dalla costruzione di un muro (inutile, fatto l’ostacolo si trova il rimedio) per impedire l’immigrazione dal Messico e per il quale ha chiesto ieri un miliardo di dollari al Congresso, alla fallita abrogazione del già fragile sistema di sostegno sanitario per i più deboli varato da Obama, alle restrizioni pluri bocciate dai tribunali contro gli stranieri di religione islamica, alla ‘nuova politica energetica’ – che negando l’effetto serra ed il riscaldamento globale (su basi ideologiche) reintroduce l’uso del carbone come fonte primaria di energia, quasi fossimo tornati all’800 – al riarmo delle già armatissime forze militari statunitensi, alla teorizzazione del prodotto made in Usa prima di tutto – che rischia di produrre in alcuni settori commerciali un tragico e devastante terremoto – il nuovo presidente si muove come un elefante, per giunta drogato, nella cristalleria del mondo.
In Francia da mesi non c’è più un governo. L’inutile François Hollande dopo un primo mandato disastroso lascia ed il suo partito, il socialista, è distrutto. Nel Paese dilagano malcontento e disillusione. Un’altra demagoga di estrema destra come Trump, con poche idee e molti slogan acchiappa voti, Marine Le Pen, si prepara a vincere il primo turno per essere quasi certamente sconfitta al secondo da Emmanuel Macron, un ex socialista fedelissimo di Hollande, oggi indipendente e con una cultura non politica ma tecnocratica. E nessuno sa cosa Macron voglia fare davvero e soprattutto se sappia fare.
In Germania la signora Merkel dopo 12 anni di governo è evidentemente stremata, ma a Berlino per il momento non di vedono alternative credibili. L’Spd, nei guai quanto i socialisti francesi, ha ripescato l’ex presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, come candidato alternativo alla Cancelliera di ferro. L’uomo, però, è di una mediocrità strabiliante e quasi certamente perderà. E comunque Merkel non avrà una maggioranza autonoma e dovrà cercare alleati per il suo nuovo esecutivo. Così si varerà un ennensimo e pasticciato governo di ‘Große Koalition’, che amministrerà il Paese seguendo un programma compromesso tra gli interessi del centro destra e quelli del centro sinistra. Anni ed anni di mediazioni su tutto non portano da nessuna parte e la fortissima Germania alla fine rischia si schiantarsi contro il muro del carpe diem.
In Italia neppure esiste una legge elettorale per il prossimo Parlamento e neanche si parla più di farla. Intanto il governo in carica vive alla giornata in attesa che il suo vero proprietario, Matteo Renzi, finisca un congresso farsa e sia rieletto segretario del suo pertito, l’ex Pd oggi PdR (Partito di Renzi). Tuttavia, molti indicatori lasciano pensare che la fase finale del congresso, quella delle primarie, nonostante possibili e cospicui investimenti di denaro ‘a scopo propagandistico’, non vedranno una affluenza tale da dare al neo eletto una investitura al di là di ogni ragionevole dubbio. Intanto avanza il M5S, in bilico tra l’essere una forza politica seria e l’appartenere (materialmente) ad un comico del tutto inadeguato anche alla gestione del suo orticello personale, mentre un altro seminatore di banalità di ultra destra, Matteo Salvini, dilaga in televisione cercando di battere Trump nella ardua gara a chi la spara più grossa.
Si dovrebbe poi analizzare la situazione degli altri, dalla Russia di Putin, nuovo gigante politico mondiale, ma anche a capo di un Paese con economia disastrata e corruzione dilagante, alla Cina popolare, sempre più forte ma anche alle prese con una crisi di crescita dagli esiti più che incerti, ai Paesi entrati nell’unione più di recente e tutti governati da personaggi che definire eccentrici sarebbe un complimento.
Insomma, per quanto semplicistico, non è del tutto fuori luogo constatare che sul nostro pianeta regna una gran confusione sulle prospettive per il futuro e che i gruppi dirigenti in circolazione, quando non sfiorano la demenza, sono prossimi alla incapacità più totale.
Per concludere sembra che nel momento di maggior accelerazione della ricerca e dell’innovazione nell’intera storia dell’umanità i popoli del pianeta non sappiano bene cosa fare delle straordinarie conquiste scientifiche, sociali, tecnologiche, culturali fatte fino ad oggi.
Quasi ci si fosse dimenticati che prima di tutto c’è un patrimonio umano ed ambientale da difendere e curare, perchè se non sopravviveranno la terra, i sentimenti ed il valore dell’eguaglianza nessun farmaco miracoloso o nessun computer spaziale potrà evitarci un finale nel migliore dei casi tragico.