In questi giorni la tragedia siriana è tornata sui giornali. Ma nessuno scrive che i ‘ribelli’ assediati sono islamisti finanziati dagli americani.
Nel 2012 in una intervista al quotidiano Al Akhbar, Okab Sakr, deputato di Mustaqbal, movimento libanese di opposizione guidato dal’ex premier Saad Hariri, confermò di aver gestito un rilevante traffico di armi a favore dei rivoltosi siriani.
Negli stessi giorni la stampa del Paese dei cedri aveva pubblicato le trascrizioni di intercettazioni telefoniche nelle quali il deputato parlava con un trafficante di armi, con un comandante dei ribelli siriani e con un altro siriano incaricato di coordinare l’invio di armi.
Sempre nello stesso anno il ‘New York Times’, citando alcune fonti governative, sostenne che l’amministrazione Obama aveva aumentato gli aiuti ai rivoltosi e raddoppiato gli sforzi per mettere insieme una coalizione di Paesi per costringere Bashar al Assad a dimettersi.
Secondo il quotidiano statunitense gli ‘aiuti’ alle forze antigovernative prevedevano attrezzature e addestramento per migliorare le comunicazioni fra i miliziani ribelli.
In quell’anno Peter Oborne, commentatore del Daily Telegraph, scrisse che erano in corso rapporti segreti tra terroristi islamici e 007 di Washington e Londra per favorire la caduta di Assad. Inoltre, alcuni componenti di una missione degli osservatori della Lega Araba a Homs affermarono di aver visto nella città, allora cuore della guerriglia, mercenari pakistani, iracheni ed afgani. Fonti indipendenti aggiunsero che qualche decina di combattenti di altri Paesi arabi e legionari francesi erano stati stati catturati dalle forze speciali di Damasco.
Il corrispondente del ‘Sunday Times’, Hala Jaber, rese noto, sempre ben quattro anni fa, che le infiltrazioni in Siria di militanti islamici erano pesanti. Il giornalista riferì di appelli di non meglio definiti “sceicchi sauditi” a militanti integralisti perchè si unissero alle formazioni armate siriane contrarie al governo. Volontari islamisti stranieri provenienti da Libano, Tunisia, Algeria, Arabia Saudita, Libia, Egitto, Giordania e Kuwait erano segnalati tra i combattenti.
Ed ancora nel lontano 2012 una agenzia di stampa, la ‘Debka’, rilanciò una notizia secondo la quale la Nato avrebbe consegnato ai ribelli sul territorio turco missili, armi anticarro, lanciagranate e mitragliatrici pesanti: “I ribelli siriani ricevono addestramento all’interno della Turchia”, pubblicò la fonte.
Fin dall’inizio la crisi siriana è stata finanziata da Washington, Londra e dai soliti ambienti filo integralisti di Arabia Saudita, Qatar e Turchia.
Nei primi giorni di luglio di quest’anno Amnesty International, dopo una ‘lunga distrazione’, si accorse dell’esistenza di rapimenti, torture e uccisioni sommarie da parte dei gruppi armati che agiscono nelle province di Aleppo, Idlib e in altre zone del nord della Siria.
Philip Luther, direttore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International, dichiarò: “Buona parte della popolazione vive nel terrore di subire rapimenti se vengono espresse critiche verso i gruppi armati o non ci si conforma alle rigide regole da questi imposte. […] Oggi ad Aleppo e Idlib i gruppi armati sono liberi di commettere crimini di guerra e altre violazioni del diritto internazionale umanitario nella più completa impunità, ricorrendo persino agli stessi metodi di tortura utilizzati abitualmente dal governo siriano. […] Gli stati che fanno parte del Gruppo internazionale di supporto alla Siria, tra cui Arabia Saudita, Qatar, Stati Uniti d’America e Turchia, devono sollecitare i gruppi armati a porre fine agli abusi e a rispettare le leggi di guerra e devono inoltre cessare di fornire armi o altre forme di sostegno a gruppi implicati in crimini di guerra e altre gravi violazioni dei diritti umani” concluse Luther.
Insomma, ma che accade ad Aleppo ed in Siria per davvero?
Dal suo inizio la guerra interna è stata organizzata e fomentata dagli Usa, che cercano di impadronirsi della Siria per poter controllare da vicino il temuto Iran e per tentare di contenere la presenza russa dopo il fallimento della missione irachena e la caduta di quel Paese nel caos. Come per Libia, Afghanistan, Iraq, Somalia il conflitto è nato per precise responsabilità occidentali.
In queste ore e dopo anni di combattimenti le forze governative, con l’appoggio di russi e iraniani, hanno sconfitto le milizie integraliste che occupavano la città e tenevano in ostaggio i suoi abitanti.
Così la ‘propaganda’ di Washington e Londra in tutti i modi cerca ora di nascondere la realtà per evitare che risulti chiaro all’opinione pubblica mondiale l’aiuto fornito ai ribelli ed allora la tragedia della guerra si è trasformata di un eccidio organizzato dal governo di Damasco.
Come si vede nella foto in apertura di questo articolo e tratta da un reportage della BBC andato in onda nello scorso agosta da tempo è segnalata in Siria la presenza ‘segreta’ di corpi speciali occidentali. Nel quasi totale silenzio del media italiani.
L’orrore della guerra non prevede l’esistenza di buoni e cattivi. Sono gli interessi a scatenare i conflitti come a pagare sono sempre i civili inermi. Vittime della voracità di chi non è mai sazio di potere.
E la pace si difende con la verità sui fatti.