Internet sembra rappresentare la società, in realtà è vero solo in parte. E’ una ‘curva nord’ virtuale, tra falsi profili ed invasati, dove però si decidono i contorni della verità.
Facebook e Twitter per anni sono stati ‘arati’ dai pentastellati. Questo lungo lavoro ha formato decine e decine di militanti della rete, persone che per tutto il giorno sommergono di commenti qualunque discussione su qualunque argomento. Gli attivisti del Movimento dispongono anche di numerosi profili falsi, per mezzo dei quali il già altissimo rumore di fondo diventa ancora più roboante.
La comunicazione italiana è molto cambiata e le qualità professionali dei giornalisti si è gravemente abbassata. Non si studia, le fonti delle notizie vengono controllate male e si attinge ad Internet senza alcuna cautela. Si pensi, solo per fare un esempio, a programmi come Propaganda Live de la7, nel quale lo spazio dedicato a Twitter è enorme. Ecco perchè il M5S appare radicato nel mondo reale mentre non lo è, come poi dimostrano le elezioni locali.
Questo ‘miraggio’ è l’effetto di una strategia precisa, assolutamente pianificata dalla Casaleggio associati, e punta a due obiettivi. Il primo riguarda la rete e consiste nel dare ai militanti un motivo di coesione (attaccare tutti insieme gli ‘altri’), nel conquistare nuovi sostenitori alla causa (attraverso l’emulazione), nel costruire una identità comune (il linguaggio utilizzato). Il secondo invece è dedicato ai media, cioè all’esterno, al mondo reale. I giornalisti assistendo al diluvio di post, tweet, commenti e like, sono coinvolti nel meccanismo di amplificazione del messaggio e finiscono col rendere vero uno scenario in realtà assolutamente artificiale.
Il linguaggio ‘comune’ è lo specchio perfetto della strategia del “Vaffa”. E’ banale, non ha contenuti politici, utilizza il vissuto passivo di militanti e simpatizzanti liberando il loro senso di rivalsa represso, è interclassista, sfrutta la piattaforma comportamentale del ‘tifo da stadio’ già ampiamente diffusa nella società italiana.
Questo post è stato messo sul profilo di Ominibus (la7) per tastare il terreno. Il messaggio era: “Ma i grillini stanno tutto il giorno su Fb per inveire contro chiunque si permetta di criticarli? Per altro senza un solo argomento serio. Per non parlare di Giarrusso che spesso neppure sa cosa dice. Ma questi sarebbero il cambiamento?”.
Ecco alcuni commenti.
“Ma quanto vi rodeeeeee!?!?!? Ascolta la signora che parla adesso e rifletti…..Non avete storia…” ha scritto Alessandra e Franco ha aggiunto “ROSICANENTOOOOOO 😂😂😂”. Sandro ha continuato: “Roberto Barbera…bere di prima mattina è una pessima abitudine”. Maria: “Ma è voi cosa fate gufare e criticare ancora prima che inizi, si smanettiamo perché vogliamo farci sentire non abbiamo cortigiani che vanno e sono nei giornali e nelle tv a parlare anzi a criticare!!!”. Liliana: “Giarrusso sta difendendo i 5STELLE in quanto è inammissibile che in un talkshow ci sono 4 pennivendoli contro uno….per non parlare poi della conduttrice…. pietosi.. penosi… tutta la 7 è penosa… ancora per poco….”. Maria Giovanna: “Noi abbiamo dovuto ingoiare rospi di tutte le specie e siamo sopravvissuti così accadrà per chi ora non approva il cambiamento”. Nishanga: “Devo dire che più ti innoltri nel livore e più sei.. ridicolo? insieme cucci cucci ai peggiopessimi di sempre; E trovatela ‘na fidanzata, dddai! 😎”.
I contenuti, come si nota, sono assolutamente assenti. Il linguaggio è elementare, attacca la persona e non le idee, mostra uno spirito di setta più che evidente, annuncia rivincite e vendette.
Il vrtuale che si trasforma in reale per mancanza di controlli ha straripato anche a causa della latitanza da parte delle forze politiche avversarie dei pentastellati ed ha spalancato le porte alla colossale operazione di fidelizzazione e colonizzazione culturale (chiamiamola così) attraverso la quale si è arrivati alla vittoria elettorale dello scorso marzo ed al possibile governo padano-grillino.
E’ uno scenario nel quale ‘la sinistra’, le forze democratiche e progressiste sono totalmente assenti.
Quel lato dello schieramento politico nazionale non ha più alcuna capacità di comprendere il funzionamento della comunicazione e della società contemporanea in generale. Non ci sono più giornali di area, nessuna radio o canale televisivo, nessun peso in rete. Militanti e simpatizzanti parlano un italiano artefatto (il politichese) e non hanno percepito nè i cambiamenti nel reale nè la necessità del ‘combattimento virtuale’ in Internet e nei social.
Per compensare l’assenza di articolazioni nel territorio Pd, LeU e gli altri dovrebbero riprodurre la stessa strategia messa in atto dalla Casaleggio associati, perchè lasciare spazio libero in un territorio così importante vuol dire non solo perdere la guerra, ma soprattutto essere sconfitti senza appello nella battaglia tra i giovani.
Sottovalutare il virtuale, insomma, fa perdere nel reale. La domanda è: c’è ancora tempo per reagire?