Il presidente del Consiglio voleva essere incoronato ‘re d’Italia’ e invece ha perso con quasi sei milioni di voti di scarto. E adesso?
Matteo Renzi ha messo in campo negli ultimi cinque mesi un armamentario demagogico e propagandistico unico nella storia della Repubblica. Mai un capo del Governo si era esposto in modo così estremo.
Sprezzante il premier ha timbrato a fuoco col marchio dell’infamia chi gli suggeriva di riflettere. ‘Gufi’, ‘accozzaglia’, ‘rottamati’… non un solo giorno è passato senza che il ducetto di Rignano ‘scomunicasse’ non solo i suoi avversari esterni, ma anche i suoi stessi compagni di partito che ne criticavano la leadership.
Peggio di qualunque vecchio governo democristiano il premier ha ‘coperto’ qualsiasi ‘posto’ di sottogoverno coi suoi amici, lottizzando ovunque e senza ritegno. E soprattutto con le sue ‘narrazioni’ si è inventato un Paese che non esiste. Ieri una maggioranza compatta di cittadini di ogni orientamento politico lo ha bocciato.
Sarà ancora lungo il cammino per vederlo fuori dalla scena politica, lui non lascerà facilmente la stanza dei bottoni. Ma il nodo comunque è un altro: e adesso?
Il Paese ha bisogno di un governo serio, formato da gente competente e soprattutto in grado di gestire una economia in coma. Le elezioni verranno, ma intanto è necessario fare una legge elettorale e restituire ai cittadini la libertà di avere dei partiti veri.
Il M5S non è in grado di assumersi le responsabilità di governare in una fase così delicata della storia nazionale. Alcuni suoi giovani esponenti sono bravi, ma debbono ancora crescere, fare esperienza e soprattutto debbono riuscire a liberarsi di Grillo, della Casaleggio Associati e della falange integralista e demenziale.
Il Pd non esiste più, ha organismi dirigenti ed un segretario che dominano il partito, ma che non rappresentano più l’elettorato. Il centro destra è un fantasma, la Lega è una forza regionale, Sinistra Italiana è un circo composto da vari neppure eventuali ed i vari Verdini, Alfano, Cicchitto, Quagliariello e soci non contano elettoralmente nulla.
Insomma, l’Italia è un Paese senza partiti e quindi senza strategie per il futuro, distrutto da oltre vent’anni di Berlusconi e da circa due anni di sciocchezzaio renziano che hanno finito per disintegrare quello che già era abbondantemente scassato.
In questo deserto si deve ricostruire. Per la prima volta dopo la Resistenza partendo davvero da zero, senza Padri nobili in circolazione.
Solo il coraggio e la saggezza porteranno risultati. Se si continuerà per la strada dei personalismi invece il naufragio sarà una certezza.
Il futuro delle opportunità oggi e nelle mani degli intelligenti. Speriamo vogliano impegnarsi.